A differenza di quanto comunemente si crede, la dipendenza da sostanze chimiche non riguarda solo chi assume droghe o alcool, ma riguarda tutti noi, indistintamente.
Siamo portati a pensare che il problema della dipendenza da sostanze chimiche non ci riguardi affatto. In fondo facciamo una vita regolare e sana, molti di noi fanno anche sport, non facciamo uso di droghe, e non beviamo affatto alcolici, o beviamo solo qualcosa durante i pasti, insomma crediamo di essere del tutto estranei a questo problema.
Non è così. Ognuno di noi è dipendente da diverse sostanze chimiche, e anche se la cosa può sembrarti strana, continua a leggere e capirai perchè.
La dipendenza infatti non riguarda solo le sostanze chimiche immesse dall’esterno, come droghe o alcool; quella di cui sto parlando è una dipendenza più subdola, della quale non ci rendiamo conto, ma di cui tutti, in diversa misura, siamo afflitti. Sto parlando della dipendenza dalle sostanze chimiche che vengono prodotte dal nostro stesso corpo.
Ebbene si. Gran parte delle nostre abitudini mentali sono condizionate da una vera e propria dipendenza dalle sostanze chimiche che vengono prodotte dal nostro corpo, e ora ti spiegherò come.
La materializzazione delle emozioni
E’ stato scoperto dalla neurobiologia che ad ogni emozione, come rabbia, invidia, paura, ma anche gioia, euforia, ecc. corrispondono delle sostanze chimiche, chiamate neurotrasmettitori, che non sono altro che proteine che vengono emesse dal corpo in risposta a qualsiasi emozione.
Possiamo considerare i neurotrasmettitori come la materializzazione delle emozioni. A cosa servono questi neurotrasmettitori? Possiamo dire con buona approssimazione che essi rappresentano il ‘cibo’ delle nostre cellule. Le cellule, infatti, hanno sulla loro membrana esterna diversi recettori, ognuno dei quali risponde ad un neurotrasmettitore diverso. Il ruolo dei recettori è quello di venire attivati dal corrispondente neurotrasmettitore per generare una specifica proteina, una specie di messaggio chimico, che penetra nella cellula e ne va ad attivare il DNA.
Questa figura illustra più o meno come funziona questo meccanismo:
Cosa c’entra tutto ciò con la dipendenza da sostanze chimiche? C’entra eccome.
Se noi tendiamo ad avere molti pensieri negativi come rabbia, collera, paura, ecc. nel nostro organismo verranno prodotti molti neurotrasmettitori corrispondenti a queste emozioni. Le nostre cellule allora si nutriranno con queste sostanze, immettendo al loro interno il messaggio corrispondente all’emozione ad esso collegata.
Se ce ne sono in eccesso rispetto ai recettori, però, ad un certo punto si produce una specie di saturazione, e siccome la cellula si abitua a ricevere questi neurotrasmettitori, alla prossima duplicazione della cellula cosa succederà? Semplice, le due nuove cellule risultanti dalla duplicazione avranno molti più recettori sulla loro membrana per assorbire i neurotrasmettitori in eccesso.
In altre parole, ad ogni nuova generazione di cellule i recettori corrispondenti alle emozioni che proviamo più spesso aumenteranno, mentre tutti gli altri diminuiranno e si atrofizzeranno.
Ecco allora che entriamo nella fase di dipendenza. Il nostro corpo, infatti, le cui cellule sono piene di un particolare tipo di recettori, chiederà sempre più neurotrasmettitori per soddisfare la maggior richiesta, innescando così un processo a spirale dal quale sarà difficile uscire, esattamente come succede in ogni tipo di dipendenza da sostanze chimiche.
Quel sottile piacere…
Quali sono gli effetti di questa dipendenza? Esattamente quello che succede di solito ad ognuno di noi quando non riusciamo a controllare la nostra mente e la lasciamo vagare in qualsiasi direzione. E’ facile capire che la direzione scelta dalla mente sarà esattamente quella che soddisferà la richiesta che il corpo le fa in ogni momento, attivando così pensieri negativi che emetteranno i corrispondenti neurotrasmettitori.
Ecco perchè allora ci ritroviamo spesso a rimuginare episodi passati che ci provocano rabbia, o a immaginare eventi futuri nei quali andiamo a ‘dirgliene quattro a quello lì‘ (il nostro capo, il vicino che disturba, l’ex-partner, la suocera, …).
Avrete forse anche notato che sentiamo addirittura un sottile piacere nel perderci in pensieri che stimolano in noi sentimenti di rabbia o rivalsa nei confronti di qualcuno.
E’ normalissimo, perchè quel piacere è un piacere reale, provocato dal nostro corpo che ‘ringrazia’ per tanta abbondanza di cibo per le sue cellule affamate.
Non sono solo pensieri
Ok, direte voi. Che male c’è? Tanto sono solo pensieri.
Niente affatto. Dovete rendervi conto che state immettendo pericolose tossine all’interno delle vostre cellule. State immettendo le sostanze chimiche corrispondenti a sentimenti negativi come rabbia, rivalsa, odio, paura, ecc.
Non pensate siano innocue. Ognuna di quelle sostanze va a modificare il DNA delle vostre cellule, e sicuramente già sapete che le nuove cellule che vanno a popolare il nostro corpo sono generate proprio a partire da quel DNA. Tutto questo quindi va a riflettersi sulla salute e sull’aspetto esteriore del nostro corpo.
Ogni ruga che compare sul viso corrisponde ad un sentimento di rabbia o preoccupazione. E nel lungo termine quei sentimenti negativi andranno inesorabilmente a trasformarsi in problemi fisici e malattie.
Per iniziare la disintossicazione bisogna prima di tutto avere la consapevolezza di essere intossicati. Vi basta allora questo per iniziare finalmente a prendere il controllo della vostra mente e zittire una volta per tutte quella stupida e dannosa vocina che vi costringe a pensare pensieri non vostri?
Paolo Marrone