Dott.ssa Linda Battilani - psicologo modena, psicologo maranello, psicologo sassuolo, psicoterapia , ansia, depressione, umore, attacco di panico, meditazione, rilassamento, cognitivo-comportamentale, psicologo bambini, psicologo coppia, comunicazione, perizia psicologica, autostima, psicologo stress, psicologo adolescente, mindfulness, consulenza psicologica

Il Trauma

Il trauma Psicologico può cambiare la vita di chi lo ha subito ma ricordiamo che il cambiamento comportamentale della persona non è un segno di debolezza o indice di una malattia mentale. È l’inizio di un periodo di crescita.

traumaIl carattere peculiare dell’uomo è il suo essere sociale, esso è costantemente coinvolto in una serie di esperienze ed interazioni con l’ambiente esterno. Queste interazioni possono, in alcuni casi, provocare dei traumi.

Le reazioni ad una stessa esperienza possono cambiare profondamente da individuo a individuo, e anche nella stessa persona. Infatti, questo, dipende dalla portata emotiva che il soggetto associa (più o meno consciamente) all’esperienza.

Ad esempio, molte persone sperimentano una enorme sofferenza dalla quale non riescono a risollevarsi, mentre altre soffrono meno intensamente e per un periodo di tempo più breve. Ancora, altre sembrano riprendersi rapidamente ma in seguito presentano inaspettati problemi di salute come: difficoltà nella concentrazione, nell’attenzione, ansia o più semplicemente possiamo dire che non riescono più a godersi la vita come facevano prima.

Se, durante la vita di una persona, si verifica un evento accompagnato da un’intensa portata emotiva, che in quel momento il soggetto non è psichicamente in grado di fronteggiare, allora si genera un trauma.

Cos’è un trauma?

Il trauma psicologico è definito come un “danno” che un individuo subisce in seguito a un’esperienza drammatica, che sia un evento singolo, oppure un evento ripetuto o prolungato nel tempo. Viene anche chiamato “evento traumatico”.

La parola greca “trauma” significa “ferita”: infatti il trauma segna una lacerazione, una separazione netta tra un “prima” del trauma e un “dopo”. Prima dell’evento traumatico la persona percepiva di avere un controllo sulla propria vita, controllo che non sente più di avere dopo che quell’esperienza devastante l’ha colpita.

Affinché si assista alla comparsa di una psicopatologia devono sussistere e concatenarsi molti fattori quali l’evento traumatizzante associato a fattori personali ed esperienziali nella storia pregressa dell’individuo quali fenomeni di abuso e trascuratezza nell’infanzia, problematiche psicologiche pregresse, un lutto, un licenziamento improvviso, etc., oltre a modificazioni significative nella vita sociale.

I traumi tipici possono essere di vario genere, ad esempio, una catastrofe naturale, il bullismo, la violenza sessuale, la violenza domestica, il lutto, la malattia, gli incidenti, la violenza verbale, fisica, o altre violazioni o perdite di sicurezze personali.

Questi vengono a segnare profondamente la persona che lì subisce. Ad esempio, pensiamo a una donna che viene a conoscenza, attraverso una telefonata, che il marito con cui vive da nove anni e con cui ha cresciuto due figli, ha anche un’altra famiglia, o a un uomo che trova la propria fidanzata in atteggiamenti intimi con un altro partner. Sicuramente si apre uno squarcio, una ferita profonda che destabilizza il senso di sicurezza che il soggetto aveva costruito fino a quel momento. In questo caso il trauma viene percepito come un lutto dove non vi è la morte reale di una persona ma quella di una relazione sulla quale molto era stato investito.

Dopo un’esperienza traumatica, una persona può rivivere il trauma mentalmente e fisicamente, per questo si evita il ricordo del trauma, e questo processo è chiamato anche trigger.

I trigger e i sintomi agiscono come promemoria del trauma e possono causare ansia, attacchi di panico e altre emozioni associate. Spesso il soggetto traumatizzato può essere completamente all’oscuro dei trigger.

In molti casi questo può portare una persona che soffre di disturbi traumatici ad impegnarsi in meccanismi di adattamento distruttivo o autodistruttivo, spesso senza essere pienamente consapevole della natura o delle cause delle proprie azioni.

Gli attacchi di panico sono un esempio di una reazione psicosomatica ai trigger. La persona può non ricordare quello che è realmente accaduto, mentre le emozioni vissute durante il trauma possono essere rivissute senza che ne comprenda il motivo. Nel tempo, si può instaurare un esaurimento emotivo che porta la persona a instaurare sentimenti inappropriati verso se stesso, con diminuzione dell’autostima e depressione.

Spesso, può capitare, che l’individuo utilizzi come meccanismo di difesa la dissociazione; dissociarsi dall’emozione dolorosa significa annullare tutte le emozioni, e quindi si arriva alla desesinsibillazione emotiva, che porta la persona ad apparire emotivamente svuotata, preoccupata, distante, o fredda.
ansia

Per fronteggiare l’evento traumatico è necessario seguire un sostegno psicologico e laddove subentri una psicopatologia bisogna intervenire con una terapia al fine di elaborare l’accaduto in modo idoneo.

Un trauma psicologico irrisolto, infatti, costituisce un carico disfunzionale nel cervello, la persona risulta più fragile e vulnerabile rispetto alle difficoltà della vita, infatti, questo stato di fragilità potrebbe far diminuire la resilienza.

Un trauma irrisolto può portare l’individuo ad avere, come accennato in precedenza, comportamenti disfunzionali verso se stessi e con gli altri.

L’individuo deve imparare a raccontarsi, ad ascoltarsi emotivamente, riprendere in mano la propria vita non è semplice, bisogna passare necessariamente dal dolore per superarlo.

Il passato non si può cambiare, ma è possibile fare in modo che il passato non continui ad irrompere nel presente impedendo alla persona di costruirsi un proprio futuro.


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7 ottobre 2015